Concerto per violoncello e orchestra d’archi (1969)
I. Andante
II. Allegro
Sinfonia n. 104 in re maggiore Hob:I:104 Salomon (1795)
I. Adagio. Allegro
II. Andante
III. Minuetto. Allegro e Trio
IV. Finale: Spiritoso
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) e in videostreaming RSI (rsi.ch/musica)
Le Ebridi ouverture in si minore op. 26
Prima esecuzione: Londra, 14 maggio 1832. Direttore Felix Mendelssohn
Ispirata da una visita alla celebre Grotta di Fingal, con il suo splendido paesaggio, questa opera giovanile di Mendelssohn dal contenuto programmatico è considerata da molti la migliore ouverture di tutto il romanticismo.
Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in re maggiore Hob. VIIb:2
Prima esecuzione: Londra, 24 marzo 1784
Un concerto scritto su misura per l’orchestra di corte degli Esterházy e il suo formidabile primo violoncello Antonín Kraft.
Concerto per violoncello e orchestra d’archi
Prima esecuzione: 1969 circa. Violoncello Eldar Issakadze
Influenzato dal russo Šostakovič, dall’impressionismo francese e dalla musica popolare georgiana, il concerto ebbe un vivo successo internazionale proprio per la ricchezza della sua ispirazione e originalità.
Sinfonia n. 104 in re maggiore Hob:I:104 Salomon
Prima esecuzione: Londra, 13 aprile 1795. Direttore Giovanni Battista Viotti
L’ultima sinfonia di Haydn, scritta a Londra nel periodo più fortunato della sua carriera, quando l’anziano compositore era all’apice del successo
Caro pubblico,
sono felice di tornare a Lugano a lavorare con l'OSI. Ho molti bei ricordi dell'Orchestra e della città e questa volta è per me un onore speciale poter dirigere un intero programma da concerto.
Così come ho viaggiato fino a Lugano per essere con voi questa sera, raccogliendo molte nuove impressioni anche durante questo soggiorno, anche il nostro programma è un viaggio: un'esperienza nuova, insolita, forse persino incomprensibile e travolgente.
Nella sua ouverture Le Ebridi, Mendelssohn descrive un viaggio verso la remota e disabitata isola scozzese di Staffa per visitare la Grotta di Fingal, formazione basaltica cupa e quasi mistica, in mezzo al nulla. Non era un'impresa facile per quei tempi. Si dice che Mendelssohn durante il percorso avesse schizzato un disegno a matita del paesaggio: in effetti, la musica è composta in modo così pittorico che si ha quasi la sensazione di accompagnare il compositore in questo suo viaggio di scoperta.
Anche Haydn, nella sua Sinfonia n. 104, una delle cosiddette "Sinfonie londinesi", ha trasformato in musica un insieme di impressioni e osservazioni sperimentate a Londra, fornendoci così una meravigliosa testimonianza della capitale della fine del XVIII secolo. Allora la città era sporca e pericolosa, con un abissale divario tra ricchi e poveri, ma anche con un'incredibile curiosità per l'arte e la cultura. Per Haydn, un'enorme fonte di ispirazione.
Il compositore scrisse invece il suo Concerto per violoncello in re maggiore alla corte degli Esterházy, nel 1783: in questo caso non si tratta tanto di un viaggio, quanto di un’esplorazione delle capacità musicali e tecniche di Antonín Kraft, considerato il miglior violoncellista della Vienna dell'epoca e al quale Haydn dedicò il concerto.
Ci accompagna infine in Georgia con la sua musica Vaja Azarashvili, che probabilmente non ha mai lasciato la sua terra o l'ha lasciata solo molto raramente. Le sue opere, caratterizzate dalla tradizione popolare georgiana mescolata a un'austerità sovietica chiaramente percepibile, sono soprattutto un riflesso della Georgia e del suo popolo, in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Vi invito cordialmente a unirvi a noi nel nostro viaggio e auguro a tutti voi una splendida serata, con grandi scoperte!
vostro Maximilian Hornung
Felix Mendelssohn ha appena vent’anni quando, durante una vacanza in Scozia, si avventura in piroscafo sul mare delle Ebridi in tempesta per visitare la celebre Grotta di Fingal. Questa grotta gigantesca, spettacolare con le sue imponenti colonne esagonali in basalto, è chiamata in gaelico “grotta della melodia”: infatti al suo interno si sentono misteriosi suoni melodici prodotti dall'eco delle onde.
Il giovane compositore è talmente impressionato dalla magia visiva e sonora del luogo che quello stesso giorno annota una melodia e la manda alla sorella: «Al fine di farvi capire come mi hanno colpito straordinariamente le Ebridi, ti mando la seguente, che è entrata nella mia testa». Nasce così il primo abbozzo della sua ouverture Le Ebridi o La grotta di Fingal. Un’opera che splendidamente mette in musica i mille movimenti delle onde, i riflessi e lo scintillio dell’acqua, gli echi della grotta, il colore cangiante del mare e l’arrivo di una tempesta con tanto di tuoni.
Se l’ouverture più famosa e amata di Mendelssohn scaturisce da una felice impressione paesaggistica e da un giovanile impulso sentimentale, il Concerto per violoncello e archi del compositore georgiano Vaja Azarashvili nasce in una circostanza dolorosa, subito dopo la morte del padre, nel 1969. È un concerto dalla forte carica emozionale, che l’autore stesso definisce come “un grido”. Lo stile è espressivo e contrastante, alterna melodie struggenti e guizzi di spirito grottesco alla Šostakovič, passaggi eterei e malinconici e ritmi incalzanti tipici della musica popolare georgiana. Il suo linguaggio è ibrido, figlio di un’epoca dai mille stili e dai mille generi.
È invece figlio dell’ambiente raffinato e colto della corte degli Esterházy ad Eisenstadt, dove Franz Joseph Haydn svolse il ruolo di maestro di cappella per trent’anni, il Concerto n. 2 per violoncello e orchestra. È una pagina dall’eleganza composta, fatta su misura per la piccola orchestra di corte e soprattutto per il suo primo violoncello Anton Kraft, noto per la sua straordinaria abilità, l’intonazione perfetta e un suono pieno e bellissimo. Haydn si diverte a usare tutto lo spettro sonoro dello strumento, in particolare i suoni acuti, la specialità di Kraft. E scrive una tessitura molto virtuosistica, unita a una grande melodiosità.
Qualche anno dopo, Haydn si trasferisce dalla piccola Eisenstadt alla grande Londra mondana e da compositore dipendente diventa libero professionista. Il suo non è più un piccolo pubblico di nobili raffinati ma un grande pubblico esperto, esigente, pieno di aspettative. Un pubblico che paga il biglietto. Per accontentarlo, Haydn comincia a cambiare il suo stile: l’arguzia, l’originalità e il desiderio di stupire diventano centrali nel processo compositivo. La Sinfonia n. 104 in re maggiore, l’ultima delle sue sinfonie, realizza dunque appieno l’intento di impressionare, mettendo in scena una grande varietà timbrica, invenzioni sempre inattese e una tessitura ricchissima, disegnata per un’orchestra di ben sessanta elementi, un numero inaudito per l’epoca.
Straordinaria l’orchestra, straordinari i 4mila Gulden che Haydn incassa la sera della prima (corrisponde al doppio di tutti i suoi averi al suo arrivo in Inghilterra), straordinaria l’accoglienza dei londinesi che impazziscono per lui e accorrono a frotte per sentire l’ultima invenzione del vecchio Haydn e la vitalità esuberante della sua musica.
Roberta Gandolfi Vellucci
Ruolo
Play&Conduct - Violoncello
Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
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