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Juraj Valčuha Direttore
Piotr Anderszewski Pianoforte
Musiche di: M. Mazzoli, B. Bartók, L. van Beethoven

gio 08.02.2420:30

OSI al LAC

LAC Lugano, Lugano

Programma

Missy Mazzoli

These Worlds in Us per orchestra (2006)

Prima esecuzione svizzera

9’

Béla Bartók
(1881-1945)

Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in mi maggiore BB 127 (1945)

  1. I. Allegretto

  2. II. Adagio religioso

  3. III. Allegro vivace

23’



Ludwig van Beethoven
(1770-1827)

Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica (1803)

  1. I. Allegro con brio

  2. II. Marcia funebre. Adagio assai

  3. III. Scherzo. Allegro vivace

  4. IV. Allegro molto

47’


Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)

Dediche e ricordi

Caro pubblico,

la musica, con le sue vibrazioni, muove la nostra immaginazione e la memoria: ci fa viaggiare, incontrare e ricordare le persone che popolano i mondi dentro di noi.

Quello di questa sera è un programma di dediche e di ricordi: Missy Mazzoli, compositrice americana contemporanea, dedica il suo brano These Worlds in us al padre. Béla Bartók, uno dei più grandi compositori del Ventesimo secolo, quasi senza soldi e gravemente malato, sta scrivendo il suo Terzo concerto per pianoforte e lo dedica alla moglie Edith. Beethoven, 150 anni prima, scrive sulla partitura "Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grande Uomo", dopo avervi cancellato la dedica a Napoleone Bonaparte.

È sempre un grande piacere poter lavorare con i musicisti dell’Orchestra della Svizzera italiana e questa volta poter eseguire con loro partiture scritte sull´arco di quasi tre secoli....

Buon ascolto.

Juraj Valčuha

Memoria e sublimazione del dolore in Beethoven, Bartók e Missy Mazzoli

La compositrice-performer americana Missy Mazzoli (nata nel 1980) apre il programma con il brano per orchestra These Worlds In Us «dedicato a mio padre che era stato soldato nella guerra del Vietnam. Parlando con lui e crescendo mi è capitato di capire che accumuliamo in noi parole di una memoria così intensa che quel dolore spesso non è molto lontano dalla gioia. Mi piace l’idea che la musica possa riflettere sentimenti dolorosi e beati in una singola nota o in un gesto. Ho cercato una tavolozza di suoni che spero risultino nuovi e stranamente familiari all’ascoltatore. Il tema di questo lavoro, una linea melodica funebre suonata dai violini collassa quasi subito (“glissando”), dando l’impressione che il pezzo sia stato sommerso dall’acqua o suonato su un giradischi che si sta fermando».

Nei suoi ultimi mesi di vita Bartók, preoccupato di non riuscire a completare i lavori che gli erano stati commissionati, si gettò a capofitto nel Terzo concerto per pianoforte, dedicato e riservato alla moglie pianista Ditta (Edith) Pástztory (1903-82) come una specie di assicurazione sulla vita. Sulle rive del lago Saranac (nello Stato di New York), dove passò l’ultima estate, Bartók ristudiava Mozart: l’influsso della vitalità mozartiana si sente nelle linee semplici e nelle graziose ornamentazioni del primo tempo [Allegro in forma sonata]. E tornava sui quartetti di Beethoven: il clima raccolto del tempo centrale [Adagio religioso] è illuminato da una dolce luce radiosa e da elementi contrappuntistici collegati al Quartetto n. 15 in la minore di Beethoven. Bartók nel Terzo concerto raggiunge un ideale pianistico asciutto, molto diverso dal carattere percussivo e implacabile del Primo concerto e dal virtuosismo trascendentale del Secondo. Sotto la tutela di Bach emerge una linea lirica e delicata nella classica tripartizione concertistica, chiusa da un rondò [Allegro vivace] debordante di verve e di spirito, l’esatto contrario delle sofferenze che l’uomo passava negli ultimi giorni di vita.

Hector Berlioz, uno dei più fervidi ammiratori di Beethoven, si rammaricava che il compositore avesse «rimosso l’iscrizione posta in testa alla Terza sinfonia: Sinfonia Eroica, composta per festeggiare il sovvenire d’un gran Uomo. Si capisce subito che si tratta dell’orazione funebre di un eroe. Conosco pochi esempi in musica di uno stile dove il dolore abbia saputo conservare costantemente una tale nobiltà d’espressione». L’Eroica è un’esaltazione del “grande Uomo” che riunisce in sé tutte le virtù e le forze, non solo Napoleone Bonaparte, il Primo Console al quale fu dedicata l’opera, revocata poi all’Imperatore. Raggiunta la vittoria dell’Eroe nel primo movimento, egli muta nella Marcia funebre [Adagio assai]. Per Berlioz era la traduzione musicale di Virgilio: il funerale del giovane Pallante che muove alle lacrime Enea. Anche lo Scherzo [Allegro vivace] andava inteso come spettrale «rappresentazione di giochi funebri, oscurati ad ogni istante da pensieri di lutto, i giochi guerrieri che nell’Iliade si celebrano intorno alle tombe dei loro capi». Nel Finale [Allegro molto] si celebra l’Eroe nella figura mitica di Prometeo. Il tema su cui verte il Finale veniva dal balletto Le creature di Prometeo, l’eroe è diventato liberatore-dispensatore di cultura, il fuoco che prende vita autonoma come l’atto creativo dell’artista in gioiosa apoteosi di consapevolezza.

Giovanni Gavazzeni

Juraj
Valčuha

Ruolo

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Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.

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