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Markus Poschner

Markus Poschner - OSI
Markus Poschner Direttore
Stephen Waarts Violino
Musiche di: J. Sibelius, B. Bartók

gio 05.12.2420:30

OSI al LAC

LAC, Lugano

Programma

Jean Sibelius
(1865 - 1957)

Concerto per violino e orchestra in re minore op. 47 (1904 - 05)

  1. I. Allegro moderato

  2. II. Adagio di molto

  3. III. Allegro ma non tanto

31’



Béla Bartók
(1881 – 1945)

Concerto per orchestra BB 123 (1943)

  1. I. Introduzione: Andante non troppo, Allegro vivace

  2. II. Gioco delle coppie: Allegretto scherzando

  3. III. Elegia: Andante non troppo

  4. IV. Intermezzo interrotto: Allegretto

  5. V. Finale: Pesante

36’


Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)


Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).

Jean Sibelius

Concerto per violino e orchestra in re minore op. 47

Prima esecuzione (seconda versione): Berlino, Königliche Kapelle, 19 ottobre 1905. Direttore Richard Strauss, solista Karl Halir

Nella prima versione del Concerto per violino, battezzato sotto la direzione dell’Autore (Helsinki, 8 febbraio 1904), la parte solistica fu affidata a Viktor Novàcek, solista che però non fu capace di venire a capo delle difficoltà tecniche. Il Concerto, considerato un “errore” dal maggior critico finnico del tempo, Karl Flodin, fu adeguatamente modificato l’anno successivo, diventando una pietra miliare del repertorio da quando se ne impossessò il grande “zar” del violino Jasha Heifetz.

Béla Bartók

Concerto per orchestra BB 123

Prima esecuzione: Boston Symphony Hall, 1. dicembre 1944, Boston Symphony Orchestra. Direttore Serge Koussevitzky

«La mia salute d’improvviso è migliorata alla fine di agosto. Mi sento abbastanza bene. Non ho febbre, le forze sono ritornate. (…) Forse questo miglioramento è dovuto all’essere riuscito a completare l’opera che mi aveva commissionato Koussevitzsky». Bartók aveva ricevuto in ospedale la visita del celebre direttore d’orchestra russo, che gli recava un lauto assegno perché scrivesse un’opera in memoria della defunta moglie Olga Koussevitzka. Quella commissione fu un piccolo miracolo per il compositore ungherese fuggito in America dalla natia Ungheria vassalla dei nazisti, affetto da una leucemia atipica mieloide, in gravi difficoltà economiche per l’impossibilità di tenere concerti o lezioni.

Dalla grazia mozartiana al tenebroso Sibelius

Caro Pubblico,

non vedo l'ora di tornare questa settimana nella bellissima Lugano e di riallacciare i rapporti con la meravigliosa OSI e il Maestro Poschner.

Il mio primo incontro con l'Orchestra della Svizzera italiana, la scorsa stagione alle Settimane Musicali di Ascona con il Concerto n. 4 di Mozart, è stato per me uno dei momenti più belli dell'anno, con l'Orchestra che ha suonato la partitura mozartiana con grandissima finezza e grazia.

Ora sono entusiasta di presentare con l’OSI un brano che non potrebbe essere più diverso: il magistrale Concerto per violino di Sibelius, meritatamente uno dei concerti più popolari e frequentemente eseguiti del repertorio violinistico. Una pagina che mostra tutta la potenza dell'orchestra e del violino solista, evidenziando il rapporto e la tensione tra i due.

È anche uno dei concerti più impegnativi che esistano dal punto di vista tecnico: ma non per puro gusto esibizionistico, bensì per esprimere un'intensa passione.

Non posso pensare a partner migliori dell'OSI e del Maestro Poschner per questo capolavoro, dalle tinte cupe e tenebrose, e non vedo l'ora di vivere il viaggio sul palco insieme a tutti voi del pubblico.

Stephen Waarts

Viaggio nella musica ugrofinnica: il violino di Sibelius e la summa sinfonica di Bartók

Nel gennaio del 1905 Jean Sibelius, giunto a Berlino per seguire l’esecuzione della sua Seconda sinfonia diretta da Ferruccio Busoni, fu impressionato fino ad inebriarsi da Richard Strauss, compositore e direttore della Sinfonia domestica e del poema sinfonico Vita d’eroe. Nelle intense giornate berlinesi, Busoni rivelava a Sibelius anche i primi due Nocturnes (Nuages e Fêtes) di Debussy, che sarebbero stati preludio al battesimo, il 19 ottobre dello stesso anno, della seconda versione del suo Concerto per violino e orchestra, con lo stesso Richard Strauss sul podio e solista la “spalla” dell’Orchestra Reale di Berlino, il boemo Karl Halir.

Dopo Berlino, questa seconda revisione determinò l’attuale fisionomia di un concerto grondante robusto fascino, personale elaborazione del “modernismo” alla Sibelius, ancora con un piede ben piantato nel vigore romantico-nazionale di gioventù e con il desiderio di far risaltare l’amato violino attraverso un grado virtuosistico mai gratuito. Sul crinale di due epoche, Sibelius cercò un rapporto nuovo tra solista e orchestra, quasi come un contrappunto fra due entità indipendenti.

Ai maldestri seguaci degli sprezzanti pregiudizi contro Sibelius del filosofo-musicologo T. W. Adorno, andrebbero indirizzate le parole che il compositore finnico dedicò al monumento del violino tedesco, Joseph Joachim. Il celebre violinista, presente alla prima berlinese, non aveva esitato a definire il concerto di Sibelius “abominevole”: «Sono desolato per lui – replicava il suo ammiratore finnico – ha perso il contatto con lo spirito del tempo».

Il Concerto per orchestra conclude invece l’attività creativa di Béla Bartók, sintetizzando in un grande arco il folclore di un remoto passato magiaro, la musica ascoltata in Algeria nel 1913, le più recenti scoperte in area croata, la nostalgia di casa (nel quarto movimento cita un’aria di Zsigmond Vincze del 1922, Tu sei bella, Ungheria, tu sei magnifica, divenuta emblema dell’irredentismo magiaro in funzione antinazista) e la parodia della parodia (il tema con cui Šostakóvič aveva reso grottesca l’avanzata nazista nella sua sinfonia Leningrado è commentato da pernacchi e risate): tutto un materiale musicale sublimato in un linguaggio di straordinaria ricchezza.  

Secondo l’Autore, «l’atmosfera generale del pezzo rappresenta – mettendo da parte il faceto secondo movimento – una transizione graduale dalla severità del primo tempo [Introduzione. Andante non troppo – Allegro vivace] e dal lugubre canto di morte del terzo [Elegia. Andante, non troppo] all’affermazione della vita che costituisce il Finale [Pesante - Presto]».

Il titolo in italiano si esplicava «per la tendenza a trattare gli strumenti individuali o le famiglie strumentali in maniera concertante o solistica. Il trattamento “virtuoso” appare, per esempio, nelle sezioni fugate dello sviluppo del primo movimento (ottoni) [Allegro vivace], o nei passaggi del finale [Presto], dove il tema principale è trattato nello stile di un movimento perpetuo (archi), e specialmente nel secondo movimento [Allegretto scherzando], dove le coppie strumentali si presentano di volta in volta con passaggi brillanti».

Giovanni Gavazzeni

Markus
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Orchestra residente al LAC (Lugano Arte e Cultura) di Lugano, prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.

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