Krzysztof Urbański
gio 19.10.2320:30
OSI al LAC
LAC Lugano, Lugano
gio 19.10.2320:30
OSI al LAC
LAC Lugano, Lugano
Programma
Edward Elgar
Concerto per violoncello
Nikolaj Rimskij Korsakov
Sheherazade
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Edward Elgar
Concerto per violoncello e orchestra in mi minore op. 85
Prima esecuzione: Londra, Queen’s Hall, 27 ottobre 1919. Direttore Edward Elgar, violoncello Felix Salmond
Il tema principale del primo movimento fu annotato da Elgar al risveglio dall’anestesia dopo un’operazione alle tonsille, quando chiese carta e penna per appuntare un motivo che canticchiò fi no agli ultimi giorni. «Se dopo la mia morte - disse ad un amico - sentirai fi schiett are questa melodia, non allarmarti, sarò sempre io».
Nikolaj Rimskij-Korsakov
Shéhérazade, suite sinfonica per orchestra op. 35
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Teatro Marinskij, 28 ottobre 1888. Direttore Nikolaj Rimskij-Korsakov
La seriosa Società Musicale Russa che programmò la prima esecuzione di Shéhérazade non volle accordare a Rimskij-Korsakov il tradizionale cachet di cento rubli previsto per il direttore d’orchestra. Ne corrispose solo cinquanta, perché si trattava di un’opera “leggera e piacevole”.
Autunno morale e Oriente di fiaba
Non a Wagner ma piuttosto all’ultimo Brahms si pensa quando si incontrano opere della maturità di Edward Elgar come il Concerto per violoncello e orchestra. Il nobile stile edoardiano d’un tempo s’è fatto più asciutto e libero nella forma (consta di quattro movimenti legati a coppie, Adagio-Moderato e Lento-Allegro), determinando un flusso elegiaco intimo e crepuscolare. Discorso amaro che riflette il dolore del compositore per quanto la carneficina della Prima Guerra mondiale aveva smascherato delle glorie imperiali britanniche.
Il Concerto è aperto da un incisivo recitativo-motto del solista che assume subito la funzione di io narrante; segue un tempo più scherzoso in forma sonata aperto dagli accordi a mo’ di chitarra del cello, eco dei giorni fertili trascorsi nel cottage di Brinkwell (Sussex occidentale) dove Elgar era tornato a scrivere il concerto e le sue ultime tre opere cameristiche. L’ampio Adagio dal colore notturno e sospeso rimanda al tempo lento del concerto di Schumann, il compositore che fin da giovane studente in Germania era stato il suo modello; l’Allegro, ma non troppo finale, intreccia virtuosismo risoluto e saltellante lirismo, avviandosi a suggestivo spegnimento con il ritorno del recitativo del primo movimento, evitato però da una chiusa d’effetto, rapida e fiammeggiante.
Nikolaj Rimskij-Korsakov non amava mettere indicazioni letterarie alle sue composizioni, al massimo titoli alla maniera di Berlioz. Nella sua autobiografia precisò che la suite sinfonica Shéhérazade consisteva «di quattro episodi separati e non connessi», tratti dallo scrigno fiabesco delle Mille e una notte.
Il primo quadro è «il mare e la nave di Sinbad», che per l’ex ufficiale di marina Rimskij aveva il colore blu zaffiro della tonalità di mi maggiore; seguono «il fantastico racconto del principe Kalender» [personaggio nato principe e finito mendico errante], «il Principe e la principessa» [voluttuosa storia d’amore non meglio precisata] e «la fiera di Bagdad e il naufragio della nave contro le rocce sovrastate da un cavaliere di bronzo» [forse descrizione delle nozze di Shéhérazade e di un’altra delle avventure di Sinbad il Marinaio].
Il fil rouge dei quattro quadri è rappresentato «dalle brevi introduzioni al I, II e IV movimento e da un Intermezzo al III per violino solo descriventi Shéhérazade mentre racconta le sue storie al sultano Shahriyar» per placarne la furia uxoricida. Rimskij-Korsakov non voleva fossero confusi con leitmotiven wagneriani, ma considerati come «materiale musicale o motivi di sviluppo sinfonico» formanti una comunità tematica, un caleidoscopio di immagini e disegni fiabeschi di carattere orientale raccontati dalla stessa persona. La mano sublime del grande strumentatore rielabora accorgimenti di orchestrazione appresi da Wagner, omaggia il Mendelssohn della magica apertura del Sogno di una notte di mezz’estate («i giovani dovrebbero inginocchiarsi davanti a lui») e il suo mentore Milij Balakirev con il poema sinfonico Tamara, da cui prese il tema fondamentale, quello di Shéhérazade.
Giovanni Gavazzeni
Krzysztof
Urbański
Ruolo
Direttore
Anastasia
Kobekina
Ruolo
Violoncello