Giovanni Sollima
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gio 13.11.2520:00
OSI in Auditorio
Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano
gio 13.11.2520:00
OSI in Auditorio
Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano
Programma
Giovanni Sollima
*1962
Songs from the Divine Comedy - Hell I per violoncello e orchestra (2000)
Giovanni Sollima
*1962
Folktales Concerto per violoncello e orchestra (2009)
Ludwig van Beethoven
(1770 – 1827)
Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 (1800)
I. Adagio molto - Allegro con brio
II. Andante cantabile con moto
III. Minuetto. Allegro molto e vivace
IV. Adagio - Allegro molto e vivace
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) e su Radio Latvia 3
Il biglietto di questo concerto vale come titolo di trasporto valido nella data del concerto indicata in tale biglietto, quale carta giornaliera Arcobaleno, tutte le zone, in seconda classe (2.)(TK)(V).
Tra il racconto e il viaggio
Caro pubblico,
è la prima volta che mi trovo a suonare con l’Orchestra della Svizzera italiana, anche se - per la verità – in passato ho avuto modo più volte di viverne da spettatore la bellezza del suono e l’empatico insieme.
Amo anche la città di Lugano, con il suo lago e quel microclima speciale (aspetto non scontata per un siciliano!).
Mi emoziona tantissimo l‘idea di condividere con i musicisti dell’OSI e con il pubblico i due programmi proposti, in bilico tra l’atmosfera del racconto e la prospettiva del viaggio.
Stay tuned!
Giovanni Sollima
Dall’Inferno di Dante al melos mediterraneo
Hell I nasce nel 2000 ed è il brano di apertura di un lavoro di ampie dimensioni (90 minuti), Songs from the Divine Comedy, la cui genesi ha impegnato Giovanni Sollima dal 1999 al 2004, destinato al violoncello solista con un ensemble elettroacustico, con l’impiego di voci umane (sia campionate sia quelle dei musicisti stessi, dal vivo). Il tema è il Poema di Dante, comprese le sue letture nel corso dei secoli, fino alla Profezia di Dante di Byron, un poemetto scritto in terza rima nel 1819 e tradotto in italiano da Lorenzo Da Ponte negli anni di New York.
Hell I è un brano interamente strumentale e, secondo l’autore, può vivere di vita propria, esattamente come tutti gli altri: si ispira all’ingresso dell’Inferno che, secondo Dante, si trova sotto Gerusalemme, al centro dell’emisfero boreale. Di Hell I esistono diverse versioni, persino per violoncello solo: oggi ascolteremo quella accompagnata dall’orchestra.
Evidente è poi la continuità, nell’uso di “relitti melodici” e di un melos mediterraneo e un sistema intervallare ad esso legato (“ma in modo istintivo”, aggiunge il musicista siciliano) con l’ampio Folktales, concerto per violoncello e orchestra del 2009. Contiene un riferimento alle strutture reticolari e visionarie delle Città invisibili di Calvino, con un trattamento assolutamente libero del materiale tematico che si appropria di tecniche vocali e strumentali che spaziano dal Barocco ai giorni nostri; diviso in otto “movimenti”, tra loro non divisi, Folktales parte con una sorta di lamento-preghiera sottolineato dall’arco sul ponticello, per proseguire con un Rondeau connotato in senso ritmico, con lo strumento che deve intervenire “come una spazzolata”. Da sottolineare sono poi l’ampia cadenza del violoncello solo (IV movimento), quindi l’irregolarità metrica di Vuiccanu I e II (ossia “vulcano”), con un richiamo curioso al bestiario di Leonardo da Vinci e quindi il “Moderato quasi adagio, con libertà”, che ripropone il tema iniziale accompagnato da quinte vuote dell’orchestra. E il finale, l’ottavo movimento, richiama il Concerto in re minore di Vivaldi: in un clima para-barocco, lo strumento dialoga con le percussioni e poi con i fiati.
Come sintetizza lo stesso Sollima, «Folktales si articola in quattro blocchi fra loro collegati (il primo movimento è una sorta di allegro iperattivo, preceduto da una lenta melodia) al cui interno aree solistiche di tipo improvvisativo si alternano a zone di dialogo continuo con l’orchestra. È presente anche una Ciaccona, la cui linea di basso si rifà ad un brano barocco del violoncellista compositore bolognese Giulio Ruvo. Sul basso di Ciaccona si sviluppa quasi tutto Folktales».
L’accostamento con il Beethoven della Prima sinfonia è proposto per contrasto: ma nella visione di Sollima, nel compositore di Bonn prima dell’Eroica esiste «un retaggio preclassico, se non addirittura barocco nel modo di approcciare il suono, le articolazioni, le dinamiche». Composta nel 1800 (ma gli abbozzi del primo tempo risalgono ad almeno 5-6 anni prima), la Prima di Beethoven fu eseguita per la prima volta in una sede prestigiosa, il Teatro di Porta Carinzia, il 2 aprile 1800, insieme a brani di Haydn e Mozart: ed è più al primo che al secondo che è stilisticamente prossima, pur mostrando tratti decisamente innovatori, soprattutto in quel terzo movimento che si chiama ancora Minuetto ma in effetti non lo è più, avendo tramutato «la sua fisionomia di danza atteggiata e cerimoniosa in un'altra mossa e scapigliata» (Fedele d’Amico).
Nicola Cattò
Giovanni
Sollima
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Ruolo
Play&Conduct - Violoncello